Implementare la professionalità: formazione al modello ESPoR

da | Gen 26, 2020 | Progetto Espor

La formazione degli operatori è una delle cinque azioni su cui si basa il progetto ESPoR, ed ha come obiettivo l’aumento della professionalità e del numero dei soggetti esperti nella conduzione di percorsi di Supporto all’Inserimento Lavorativo (SIL) che utilizzino il Bilancio di Competenze (BdC) ESPoR. È uno strumento che permette di acquisire le competenze per la sperimentazione del modello di portfolio rivolto a 500 beneficiari e di capitalizzare le pratiche acquisite per il futuro all’interno del sistema di accoglienza.

Milano, Torino, Roma e Udine sono le città in cui è approdata la formazione al modello ESPoR. I partecipanti sono stati suddivisi in 5 classi di 10 operatori dei partner di progetto e 4 uditori, provenienti da altri enti presenti sul territorio. Diverse figure professionali hanno preso parte alla formazione. Le aule colme di assistenti sociali, educatori, coordinatori di centro di accoglienza, operatori dei centri per l’impiego e, in alcuni casi, consulenti per l’inserimento lavorativo hanno permesso un clima di dialogo e collaborazione molto costruttivo.

Le lezioni, iniziate come frontali, si sono immediatamente trasformate in gruppi di confronto, in occasioni di scambio e arricchimento reciproco.

Le sei giornate di formazione si sono articolate su diversi argomenti relativi il modello ESPoR e sulle attività di realizzazione dei BdC e sono trascorse in modo estremamente rapido e piacevole. L’interesse per l’approfondimento di uno strumento orientativo nuovo, la volontà degli operatori di mostrarsi con le proprie capacità, le proprie caratteristiche professionali e le incertezze operative hanno creato un terreno fertile per la conoscenza di nuovi approcci relativi allo sviluppo di competenze trasversali e professionali e la condivisione di difficoltà quotidiane riscontrate con le attività svolte con i migranti.

Ulteriore scelta che ha favorito l’ottima realizzazione del percorso formativo è stata suddivisione delle giornate tra tre relatori con professionalità differenti.

  • I e II giorno: Diego Boerchi [1], coordinatore generale dell’intero progetto, ha dato avvio alla formazione, attraverso la presentazione di alcuni modelli teorici alla base del percorso ESPoR. Il focus è stato posto sull’idea del processo, che si esplica nella necessità di creare e implementare in diversi incontri il portfolio di ogni beneficiario, determinato da individualità e personalizzazione, sulla base delle esperienze formative e professionali svolte. Successivamente sono stati presentati i diversi modelli legati alla consulenza di carriera: Life Design, Social Cognitive Career Theory, utili per comprendere quali sia la modalità migliore per interfacciarsi al beneficiario e aiutarlo nella narrazione della propria carriera passata e futura. La narrazione autobiografica è lo strumento prescelto per elaborare la consulenza di carriera e l’orientamento di gruppo, utilizzato in varie attività in cui gli operatori si sono sperimentati.

  • III giorno: Mariagrazia Santagati [2], sociologa dei processi culturali, è partita da una rassegna delle possibili carriere dei migranti inserite in scenari sociali attuali in cui la figura del richiedente asilo è considerata con basso profilo lavorativo e scarse opportunità, anche se ciò non corrisponde alla reale fotografia di formazione ed esperienze professionali pregresse del campione di riferimento. È successivamente passata all’analisi della domanda e offerta di formazione e lavoro dei migranti in cui è emerso una concentrazione in alcuni ambiti professionali, spesso scartati dagli stessi italiani. La panoramica svolta ha permesso di mostrare come la formazione professionale esistente sia lontana dai canoni culturali, socio-educativi e motivazionali della popolazione migrante e come sia necessario pensare dei percorsi formativi che mirino maggiormente allo sviluppo delle competenze trasversali e non solamente professionali. La parte finale è stata dedicata all’analisi delle figure professionali maggiormente richieste e adatte ai beneficiari di ESPoR, relative al territorio di competenza degli enti partner. In ogni città è stato utilizzato materiale differente a seconda di ciò che le realtà potevano offrire e vi sono stati scambi di opinioni estremamente costruttive tra i vari operatori, che sono serviti come stimolo ulteriore di collaborazione e condivisione di know how.

  • IV e V giorno: il compito della sottoscritta, Marta Rivolta [3], è stato quello di presentare il percorso di bilancio di competenze facendo sperimentare direttamente alcune delle attività previste. La tematica delle competenze trasversali ha suscitato interesse e coinvolgimento da parte degli operatori che sono intervenuti esprimendo le loro perplessità sulla difficoltà nell’affrontare un argomento così complesso e astratto, lontano dalla modalità pratica ed operativa che caratterizza la vita dei migranti. La realizzazione dell’attività è servita per smorzare i dubbi e incrementare spazi di narrazione sulla carriera passata, in vista di una miglior definizione delle proprie capacità, legate alle professioni realizzabili. Nella simulazione del colloquio di selezione per una posizione lavorativa prescelta sono emerse le diverse modalità di conduzione che ogni ente, o meglio ogni operatore, utilizza e sono state accolte dai partecipanti come stimoli al miglioramento della modalità utilizzate.

  • VI giorno: l’ultimo incontro, condotto nuovamente da Diego Boerchi, aveva due obiettivi. Il primo è stato quello di presentare il modello di portfolio di competenze e di condividere le modalità di compilazione, a partire dall’analisi di alcuni esempi più o meno perfettibili. Il secondo è stato quello di condividere con gli operatori gli obiettivi e le metodologie della valutazione che sarà condotta dall’Università Cattolica, e che in parte coinvolgerà gli operatori stessi. Gli strumenti che verranno utilizzati saranno il confronto pre e post sia del “Eu Skills Profile Tool for Third Country Nationals” che di alcuni questionari psicologici, sia interviste e focus group che coinvolgeranno i migranti stessi, agli operatori e i datori di lavoro o formatori che interverranno durante le attività di SIL.

Terminata la formazione a fine luglio, in settembre e ottobre si sono costituiti i primi gruppi della sperimentazione del modello ESPoR e sono potute iniziare le attività. Anche questa è considerata un’esperienza formativa per gli operatori e per questo, oltre che per il bisogno di garantire interventi di qualità, gli operatori sono supportati a distanza tramite incontri regolari di coaching on line e la condivisione di dubbi, criticità e soluzioni attraverso una mailinglist.

Marta Rivolta

Responsabile formazione ESPoR

[1] Professore aggregato, in Università Cattolica del Sacro Cuore, di “Psicologia dell’orientamento e dello sviluppo di carriera”, “Life Design, Career Counseling e Benessere Lavorativo” e “Psicologia dei Processi Educativi”, direttore scientifico del Corso di perfezionamento in Consulenza di carriera e membro del Consiglio direttivo del CROSS – Centro di Ricerche sull’Orientamento e lo Sviluppo Socio-professionale.

[2] Professore aggregato, in Università Cattolica del Sacro Cuore, di “Sociologia dell’educazione e Politiche per il capitale umano”, membro del Comitato Direttivo del CIRMiB – Centro Iniziative e Ricerche sulle Migrazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e responsabile scientifico del Settore Educazione della Fondazione ISMU.

[3] Membro dell’Unità di Ricerca sulla Resilienza del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, coordinatrice della formazione per il progetto FAMI “EsPoR”, responsabile progettazione e coordinamento dell’Associazione Francesco Realmonte e consulente per lo studio di strumenti per la redazione di bilanci di competenze rivolti ai giovani immigrati.